Quando il neonato comincia ad indirizzare i suoi sorrisi agli esseri umani che lo circondano, inizia la sua vita sociale. Quando le sue risa echeggiano cristalline, oltre a riempire il mondo di una gioia che ci pulisce dalle brutture umane, si apre per lui il tempo del gioco. Col gioco, quello dell’imparare. Risata, gioco e apprendimento formano una catena che per nulla al mondo dovrebbe essere spezzata.
Per questo la risata merita una categoria a sé stante tra i “semi di meraviglia” che pianto in questo blog.
Sembra che un minuto di pazze risate equivalga a 45 minuti di rilassamento…
Con i miei allievi del gruppo di improvvisazione, ci siamo quindi offerti una sessione di risate nello spazio pubblico. Alcuni viaggiatori inconsapevoli si sono lasciati contagiare con piccoli sorrisi perplessi o grandi risate senza complessi. Altri, si sono furtivamente allontanati, presi dalla paura di trovarsi nel mezzo di un’inquietante e pericolosa psicosi collettiva…
A noi, ci ha fatto bene!
Guillaume di Baskerville: “Ma che cosa c’è di tanto terribile nel riso?”
Jorge: “Il riso uccide la paura. E senza la paura non ci può essere la fede. Senza la paura del demonio non c’è più necessità del timor di Dio.”
Guillaume di Baskerville: “Però non puoi eliminare il riso eliminando questo libro.”
Jorge: “No, certamente. Il riso resta lo sfogo dell’uomo volgare. Ma cosa succederebbe se per colpa di questo libro… uomini saggi andassero affermando che è possibile ridere di tutto? Possiamo ridere di Dio? Il mondo precipiterebbe nel caos.“